DESCRIZIONE SOMMARIA
La tecnica del DO IT è descritta nel libro “L’arte del pensiero creativo” di Robert W. Olson.
Tale tecnica è stata ideata nel 1980.
Il nome è l’acronimo delle seguenti parole: Defi nire, Aprire, Identifi care, Trasformare (in inglese Define, Open, Identify, Transform).
Il modello del processo DO IT sottolinea la necessità di defi nire i problemi, aprirli a molteplici e
possibili soluzioni, individuare la soluzione migliore e poi trasformarla in azione in modo efficace.
FINALITA': contesto e attività per la quale appare particolarmente indicata
La seguente tecnica non è applicabile ad un determinato campo di applicazione ma bensì trova
uso in diversi campi, che possono spaziare dalla gestione aziendale alla creatività grafica.
PROCESSO: modalità di esecuzione e di applicazione della tecnica
La tecnica del DO IT si suddivide in 4 fasi:
1. Definire il problema
Questa fase si sviluppa sull’analizzare il problema per accertarsi che ci stia ponendo la domanda
corretta. I seguenti punti ci aiuteranno a fare questo:
- Controllare che si stia affrontando il problema, non i sintomi del problema. Per fare questo
bisogna ripetutamente chiedersi perché il problema esiste fi no a che non si ottiene la
radice di essa.
- Delineare i limiti del problema.
Elaborare gli obiettivi che si devono ottenere tenendo contodei vincoli ai quali si è sottoposti.
- Dove un problema risulta essere molto grande, bisogna dividerlo in parti più piccole. Si
deve seguire questa procedura fi no a che ogni parte del problema non si possa affrontare
da sola, o dove si necessiti di una ricerca precisa per ottenere la defi nizione della parte
presa in causa del problema. Ciò può condurre ad una riaffermazione più stretta del problema.
- Riassumere il problema nel modo più conciso possibile: un metodo può essere quello di
sintetizzare il problema in due parole chiave e successivamente scegliere la migliore.
2. Aprire
Una volta che si conosce il problema che si vuole risolvere, si è pronti a cominciare generare
soluzioni possibili. In questo passaggio si è tentati di accettare la prima soluzione che si trovi.
Così facendo si andrebbe a perdere soluzioni che potrebbero essere migliori di quella scelta.
In questa fase del Do It non si è interessati alle idee di valutazione ma si sta provando a
generare altrettante idee differenti come possibili idee di scelta. Anche le idee difettose
sono essere un inizio per generarne di buone.
Mentre si stanno generando soluzioni, è bene ricordare che le altre persone hanno diverse
prospettive sul problema. Si può chiedere ai propri colleghi le loro idee rispetto al problema
da risolvere.
3. Identifi care
In questa fase si identifi ca l’idea migliore tra quelle generate. È possibile essere che l’idea
migliore sia già in evidenza. In alternativa , può essere utile l’esame e lo sviluppo di una serie
di idee in modo approfondito prima di selezionarne una. Quando si sta selezionando la
soluzione migliore bisogna tener conto degli obbiettivi che ci si è imposti.
4. Trasformare
Dopo aver identifi cato il problema e aver creato una soluzione ad esso, la fase fi nale è quella
di realizzare questa soluzione.
Questa operazione potrebbe richiedere molto tempo ed energia.
Alcune persone arrivate a questa fase vengono meno alla soluzione del problema. Troveranno
divertente continuare a rimuginare ed elaborare l’idea, ma senza svilupparla e portarla a
termine completamente.
È quindi utile coinvolgere alcuni soggeti abili a pianifi care ed altri portati per l’esecuzione
tecnica, per evitare dispersioni inutili di tempo, energia e denaro.
DURATA: eventuale tempo di esecuzione
Non è stato determinato un tempo di esecuzione preciso.
STRUMENTI: eventuale strumentazione di supporto
Non sono stati individuati eventuali strumenti di supporto, se non semplici materiali di cancelleria.
CONSIDERAZIONI: eventuali difficoltà o controindicazioni nell’applicazione
Come già detto, si possono incontrare alcune difficoltà che potrebbero deviarci dal corretto
svolgimento della nostra analisi. In primo luogo, potremmo frettolosamente affidarci alla prima
soluzione del problema che ci salta in mente, senza preoccuparci di formularne altre o di interpellare i nostri colleghi. Questo abbrevierà sicuramente i tempi di esecuzione, ma rischia di farci perdere soluzioni, magari più complicate, ma potenzialmente più efficaci. In secondo luogo,
durante l’ultima fase di analisi, ci si potrebbe perdere ad elaborare esageratamente la soluzione
scelta, senza però portarla a termine fino in fondo. Questo potrebbe provocare una incompleta
e sommaria risoluzione del problema. Per il resto i vari passaggi di questa tecnica sono semplici
e facilmente applicabili.
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